• tratto da http://www2.varesenews.it/articoli/2003/dicembre/sud/22-12incidente.htm

     

    Saronno  - Bernarda Finotto, di Cairate, era stata dimessa sabato pomeriggio. Domenica sera si è sentita male ed è deceduta all'ospedale di Gallarate

    Investita da un'auto, muore dopo essere stata dimessa dall'ospedale 


    (22 dicembre 2003) È stata Investita sabato pomeriggio mentre stava attraversando la strada con i figli. La vittima dell'incidente, la 66enne Bernarda Finotto residente a Cairate, è deceduta la scorsa notte all'ospedale di Gallarate dopo che, in seguito all'incidente era stata dimessa dal nosocomio di Saronno.
    Il fatto è accaduto sabato pomeriggio, intorno alle 17 e 30 in via Piave, una zona della città piuttosto periferica, ma molto trafficata. La donna è stata investita da una Ford Fiesta guidata da un 60enne ed è stata portata subito all'ospedale di Saronno. Le sue condizioni non destavano particolari preoccupazioni e i medici hanno quindi deciso di dimetterla con una prognosi di 40 gironi. 
    Domenica sera però la signora non si è sentita molto bene ed è stata portata all'ospedale di Gallarate dove è stata immediatamente ricoverata nel reparto di rianimazione. Ma la Finotto è deceduta poche ore più tardi, nella notte tra domenica e lunedì. 
    Le autorità hanno già disposto l'autopsia sul corpo della donna per capire le cause del decesso.


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    tratto da:

    http://66.102.9.104/search?q=cache:hCrsredPsvwJ:lanazione.it/art/2002/07/09/3508921+MALASANITA%27+SARONNO&hl=it&ct=clnk&cd=1&gl=it

     

     

     

       
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    MALASANITA'
     
    Disabile a 4 anni per un vaccino
     
     
    COMO, 9 LUGLIO 2002 - Gravi danni cerebrali irreversibili per una vaccinazione: una bimba di appena 4 anni diventa disabile dopo essere stata sottoposta alle vaccinazini obbligatorie. Vittima una piccina di Lomazzo (Como) i cui genitori ora chiedono giustizia e risarcimento danni. Tutto ha inizio quando la bimba viene sottoposta ad una normale vaccinazione esavalente che comprende antipolio, antidifterite, antitetano, antiepatite B, antipertosse e anti-hemofilus, all'età di pochi mesi. La vaccinazione avviene presso l'ambulatorio ASL di Saronno (Varese) che le causa una encefalite post-vaccinica con complicanze di tipo epilettico e motorio, così come diagnosticato dal dott. Natale Curtò, neurologo di Milano. I genitori hanno già chiesto al ministero della Sanità, attraverso l'ASL di Lomazzo, di essere risarciti del danno e intenteranno anche una causa all'azienda sanitaria di Saronno, mentre già hanno avviato un procedimento nei confronti del San Paolo di Milano dove la figlia fu ricoverata due volte fra il 25 dicembre '98 e il 14 gennaio successivo per errata diagnosi e probabile aggravamento del danno fisico.

    La bimba è nata il 9 settembre '98 e, stando al racconto dei genitori, non presentava nessun problema. Il 24 novembre successivo l'ASL di Saronno la sottopone alle vaccinazioni d'obbligo. Subito si manifestano i primi sintomi di malessere con diarrea persistente, apatia, problemi neurologici. Con il passar del tempo i genitori si rendono conto anche che la bimba non aumenta di peso. Quando viene portata al San Paolo, viene diagnosticata una crisi convulsiva e nell'anamnesi vengono esclusi possibili collegamenti con i vaccini. Pare che non sia stato eseguito l'esame di liquor, unico in grado di accertare con sicurezza eventuali infiammazioni dovute ai farmaci. La bimba viene dimessa con diagnosi di encefalopatia epilettogena. Da qui l'inizio di un calvario: dentro e fuori gli ospedali e gli istituti specializzati come il «Fatebenfratelli» di Milano e «La Nostra Famiglia-Eugenio Medea» di Bosisio Parini (Lecco). Ma le cure a cui viene sottoposta sono sempre e solo per epilessia. Nel maggio dello scorso anno il dottor Curtò scopre la verità.

    Una verità ora in attesa di un'ultima conferma che si teme arrivi dagli esami cui la bimba è stata sottposta in Inghilterra per stabilire se nel cervello della piccina vi sia o meno del mercurio. Ma forse anche una nuova speranza per trovare adeguate cure.

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  • Saronno - La famiglia di un uomo di Cislago gravemente malato interpella la procura. L'ospedale replica: «Noi per primi a inviare la documentazione alla magistratura in modo da far chiarezza sull'intera vicenda»
    Muore dopo tre anni con la garza nella pancia, aperta un'inchiesta

    È possibile morire a causa di una garza dimenticata nell'addome per tre anni? Questa la domanda che i parenti di Dino Turconi, 69 anni, di Cislago, deceduto lo scorso 14 maggio all'ospedale di Saronno hanno fatto alla Procura della Repubblica, ipotizzando l'ennesimo caso di malasanità.

    L'episodio ha avuto inizio quando le figlie dell'uomo interpellano il tribunale del malato, una onluss che offre consulenza ai pazienti e alle loro famiglie, e da qui la Procura della Repubblica.
    L'uomo soffriva di problemi addominali tali da rendere necessario il ricovero nell'agosto 2002 per
    "Emorragia digestiva superiore in cirrosi epatica" ma, nel corso del ricovero, nel settembre dello stesso anno l'uomo veniva sottoposto ad un intervento chirurgico di nefrectomia radicale per tumore del rene. E proprio in occasione di questo ricovero e del successivo intervento, i medici avrebbero dimenticatio una garza nell'addome dell'uomo, fatto che secondo i famigliari avrebbe aggravato le condizioni dell'uomo fino alla morte, dopo tre anni.

    Nella primavera di quest'anno, infatti l'uomo accusa dei disturbi addominali. Si rivolge al medico di base, che consiglia accertamenti. Risultato: una tac all'addome evidenzia un sospetto "garzoma", cioè la presenza di una garza. Segue poi il ricovero e intervento chirurgico per la rimozione del corpo estraneo, il 14 aprile, e si stabilisce la necessità di ricovero in Terapia Intensiva per le gravi condizioni cliniche concomitanti dovute ad alcune gravi patologie da cui il paziente era affetto. Un mese dopo, il 15 maggio, il decesso.

    La gravità delle accuse mosse dai famigliari all'ospedale ha provocato la reazione dell'azienda Ospedaliera di Busto Arsizio, che ha diramato una nota dove viene resa pubblica la cronologia degli interventi riguardanti il paziente.
    «Abbiamo trasmesso gli atti alla magistratura e sarà la magistratura a decidere come procedere - sottolineano dall'Azienda Ospedaliera - . Siamo stati noi per primi a inviare la documentazione in modo da far chiarezza sull'intera vicenda».

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  • Tratto da 

    www3.varesenews.it/saronno_tradate/<wbr>articolo.php?id=74654 

     

    Saronno - Il pm ha disposto l'autopsia per una donna di 82 dopo la denuncia dei parenti. L'ospedale: la terapia era giusta
    Donna muore all'ospedale, sette medici indagati


    Sette medici in servizio all'ospedale di Saronno sono indagati per la misteriosa morte di una donna di 82 anni, Francesca Catania, avvenuta il 23 maggio nel reparto di medicina. L'anziana si era praticamente addormentata senza più svegliarsi.  Secondo i parenti, mentre era ricoverata in traumatologia, le sarebbe stata somministrata una dose eccessiva di sedativi fino a ridurla a uno stato vegetativo che avrebbe portato al decesso. Tutte accuse scritte nero su bianco in una denuncia presentata dai parenti ai carabinieri. «La nostra congiunta, fino a poco tempo prima, stava benissimo» sostengono il figlio e i nipoti della donna. Che aggiungono: «I parenti della degente che era ospitata nella stessa stanza ci hanno riferito che in nostra assenza venivano somministrati dei sedativi fortissimi, perché secondo qualcuno disturbava il reparto con i suoi lamenti».

    Una versione smentita dall'ospedale: la direzione sanitaria sostiene infatti che la terapia farmacologia somministrata era sostanzialmente corretta per quella  paziente con quel genere di  patologia. I racconti rimangono contrapposti ed entrambi le parti in causa si sono rivolte alla magistratura: la famiglia con un esposto ai carabinieri, l'azienda segnalando l'accaduto alla procura di Busto Arsizio. Tocca ora all'autopsia dire una parola di verità sull'accaduto: il pm Valentina Margio ha disposto l'esame il 12 giugno e ha nominato tre periti. Mentre l'iscrizione dei sette medici nel registro degli indagati è un atto dovuto che serve agli stessi sanitari per nominare i periti di parte. Fin qui la vicenda giudiziaria, ma il destino della signora Francesca Catania  è anche stato segnata da un infortunio che ha dell'incredibile. L'anziana era stata ricoverata il 18 aprile perché accusava dolori alle ginocchia, ma mentre veniva dimessa una porta elettronica del pronto soccorso si chiudeva all'improvviso. L'anta colpiva l'anziana sulla gamba e un colpo secco le causava la rottura del femore. L'incidente imprevisto la costringeva a un repentino ricovero nel reparto di traumatologia. Un mese dopo l'anziana entrava in uno stato di incoscienza grave, veniva quindi trasferita nel reparto di medicina, dove moriva.

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     Peccaro cari medici che:

    1) il personale paramedico ha lasciato la degente per ben 3 giorni senza bere e mangiare.

    2) che la caposala del reparto continuava a insistere afermando che la paziente NON ERA PER NULLA IN COMA contraddicendo persino il medico internista secondo il quale ci si trovava davanti ad uno stato comatoso a tutti gli effetti e che nonostante cio' nessuno si è preoccupato di trasferire per tempo la poveretta in reparto specializzato.

    3) Nonostante i "luminari" sapessero che la paziente era affetta da anni da diabete, nessun diabetologo le ha fatto visita.

    4) I paramedici continuavano a somministrarle diuretici. Come poteva minzionare senza acqua in corpo?

    5) Lo sanno questi macellai che gli anziani non hanno come i giovani, la sensazione di aver bisogno di dissetarsi? Lo sanno queste persone che un diabetico se non beve puo' andare incontro a COMA IPEROSMOTICO?

    6) Sapete che il SEROQUEL è un farmaco antipsicotico UTILIZZATO PER DISTURBI BIPOLARI E SCHIZOFRENIA e che negli USA ci sono state migliaia di denunce inquanto la sua assunzione aumenta il tasso di gliglicemia nel sangue?

    7) Il Valium ( benzodiazepine) non era sufficiente?

     

     



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  • Ecco un' altra devastante esperienza di un nostro lettore. Perse il padre a Gennaio a causa dell'incapacità e del menefreghismo dei medici dell'ospedale di Saronno.

    DAL FORUM DI STRISCIA LA NOTIZIA"

    Carissima Striscia, mi chiamo Caruso Enrico , abito a Caronno pertusella (VA) E.MAIL sairus@tele2.it. Si parla tanto di malasanità oggi,e io volevo raccontare la mia storia. Mio padre è stato ricoverato all'ospedale di Saronno il 01.12.2006, per un ulcera allo stomaco. Premetto che mio PADRE era un uomo con un fisico di un 30enne,pur avendo 74 anni,siciliano ,contadino con un amore spropositato x la sua terra. Dopo tutti gli esami di accertamento, è stato operato giovedi 7 dicembre,dove hanno trovato 9 cellule tumorali attaccate allo stomaco. 5 sono state rimosse ,e le 4 rimaste (ci avevano detto)si potevano curare con un trattamento di chemioterapia. Dopo l'operazione,sembrava che andasse tutto bene,i medici dicevano che l'intervento e andato bene,tutto bene, tutto bene, tutto bene. Non era cosi. Hanno iniziato a dagli da mangiare ,ma tutto quello che mangiava lo rimetteva. Intanto io vedevo che iniziava a debilitarsi perdendo chili su chili. TAC, risonanze magnetiche ,tubi digerenti ,lastre in quantità. I medici (o presunti tali) tutto bene,tutto bene,tutto bene. Dopo un mese di ospedale ,mio padre era diventato un cadavere,e dopo un mese i medici si sono accorti che il drenaggio era attaccato male. Scaricava il 70% fuori nella sacca, e il 30% dentro lo stomaco.Infezione, febbre 39, antibiotici, e i medici dicevano tutto bene,tutto bene,tutto bene,tutto bene. Martedi 16 gennaio altra operazione per sistemare il drenaggio.I medici dicevano,tutto bene,l'operazione è stata un opera d'arte,tutto bene,tutto bene,tutto bene. Il giorno dopo l'operazione,mio PADRE era sorridente,diceva che il 30 gennaio era il suo compleanno e voleva fare una festa, che il 27 aprile avrebbe festeggiato il 50° anniversario di matrimonio con mia madre e avrebbe fatto una festa con tutti i figli nipoti ecc.ecc. . MIO PADRE NON CE PIU ADESSO. Due giorni dopo l'operazione è iniziata una fase discendente che lo ha portato alla morte. Iniziava a sparlare, respirava affannosamente,ci consutavamo con i medici che ci dicevano la solita frase,TUTTO BENE,TUTTO BENE,TUTTO BENE. In quella settimana altre TAC ,risonanze,tubi digerenti in quantità,fino a mercoledi 24 sera, quando si sono accorti che era grave, alle 20.00 lo hanno trasportato in rianimazione. Il tempo di attaccarlo ai macchinari, e verso le 10.00 arriva il medico della rianimazione che ci dice che la situazione non è grave ma gravissima.Aveva un arresto cardiaco in atto , il cuore pompava pianissimo. Alle 22.50 mio PADRE aveva smesso di soffrire. Carissima Striscia ,io so che di queste storie ce ne sono migliaia in Italia, io non cerco soldi ,vendette o altro. Voglio solo,se mi darà una mano ,far sapere alla gente della mia zona, come lavorano i medici del reparto chirurgia toracica di Saronno. Voglio farlo sapere per salvare delle vite che non si aspettano di morire come mio padre. In due mesi che sono li ho visto morire altre 2 persone e non voglio che succeda ad altri. La ringrazio in anticipo, e concludo dicendo a tutti coloro che hanno storie come le mie che io non maledico il Signore per avermelo portato via,ma lo ringrazio per avermi dato il mio papà. Mio padre CARUSO SALVATORE 30/01/1932 24/1/2007 UN GRANDE UOMO

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