• Mi è appena giunta una denuncia redatta dai famigliari di una vittima della malasanità dell'ospedale di Saronno. Per una questione di privacy, omettero' nomi e cognomi annche perchè l'indagine è ancora in corso.

     

     

     

    I sottoscritti M*****, nato a Saronno (Va) il *****, abitante in V.****Saronno ( Va) e S ****, nato a ****, abitante in Via ****

    ESPONGONO I SEGUENTI FATTI
     
    Il giorno lunedi' 21 maggio 2007 noi scriventi, rispettivamente padre e figlio, ci recavamo presso l'ospedale di Saronno, in reparto traumatologia ( 4° piano, stanza n° 16) per fare visita alla Sig.ra C.F ( nonna di *** e madre di ***) li' ricoverata in un primo tempo per una frattura femorale  (causata da una porta scorrevole del pronto soccorso della stessa azienda il giorno 18 aprile). In seguito, di punto in bianco, e piu' precisamente dal 18 maggio, la nostra parente è piombata in uno stato di incoscenza grave, definita coma dal medico internista giunto lo stesso giorno alle ore 16:00.
    Strano, secondo noi, che alla luce di questo peggioramento nessuno si sia preoccupato di trasferire C.F. In altro reparto piu' attrezzato per questo tipo di problemi.
    La nostra congiunta, fino a poco tempo prima, stava benissimo.
    I parenti della degente che era ospitata nella stessa stanza della nostra famigliare, ci hanno riferito che in nostra assenza venivano somministrati dei sedativi fortissimi, in quanto secondo il personale di turno, con i suoi lamenti, C. F “disturbava” tutto il reparto.
    G.D, altro figlio della CataniaC.F, quindi ha chiesto al medico internista se per caso il motivo di questo improvviso e tragico peggioramento non fosse da imputare all'eccessiva somministrazione di narcotici, ottenendo come risposta un: “ Puo' essere”.
    Inoltre abbiamo notato che per ben tre giorni ( tanti sono i giorni in cui non abbiamo potuto portarle visita), nessuno del personale paramedico si è mai accorto che in quelle condizioni C. F. non poteva certamente provvedere a dissetarsi e a sfamarsi da sè, tant'è che l'abbiamo ritrovata incredibilmente dimagrita e disidratata.
    Alle ore 20:00, S. ha richiesto l'attenzione dell'infermiere di turno, tale ROSARIO
    -non ne conosciamo il cognome, ma la volante accorsa alle ore 20:30 e sottolineamo, chiamata da noi, ha preso nota delle sue generalità complete-
    e gli ha chiesto testualmente: “ Perchè avete somministrato sedativi a mia madre quando sapevate benissimo che avrebbe avuto enormi difficoltà a smaltirli visto che siete colpevoli anche di non averle dato da bere per ben tre giorni
    L'infermiere  ha dato vaghe risposte e ha cominciato ad alterarsi.
    Si è mostrato palesemente seccato per il fatto che gli scriventi non fossero medici e che quindi, a sua detta, non avrebbero potuto comprendere le eventuali risposte.
    Dopo molta insistenza da parte nostra, egli ha affermato che veniva somministrato SEROQUEL, quindi M. ha chiesto in maniera cortese, se fosse stato autorizzato da uno psichiatra o da un neurologo e che da quanto ne sa lui, detto farmaco puo' creare dei problemi a pazienti in età senile avanzata e soprattutto a sua nonna che in tutta la sua vita non ha mai fatto uso di sostanze antipsicotiche qual è questa “medicina”.
    Hanno somministrato un antipsicotico per far dormire una paziente psichicamente sana.
    L'infermiere esulta smentendolo in maniera paradossale, offendendo pesantemente la sua intelligenza, e anzi prendendosi inequivocabilmente gioco di lui affermando un incredibile: “No guardi, il Serequel non esiste
    Quindi M. indispettito da tale comportamento assolutamente antietico e maleducato, e soprattutto offeso nella sua sensibilità visto che la nonna versa in condizioni drammatiche, gli chiede semplicemente” Ma a che gioco sta giocando Lei?”
    In questo preciso istante questo paramedico comincia a dare in escandescenza battendo convulsamente i pugni sul muro e dopo pochi secondi lanciando l'asta metallica di sostegno della flebo contro di noi. Solo un disperato tentativo di Marco ha evitato il peggio, infatti è riuscito a fermare il gesto squilibrato di questo infermiere.
    Nel momento in cui M. respingeva con grandissima fatica l'azione sconsiderata dell'operatore,
    gli diceva:” Sarebbe meglio che fossi tu ad usare il Seroquel”; come tutta risposta questo Sig. Rosario  affermava beffardamente: “ Già lo uso!”
    S. gli ha reso nota la sua intenzione di denunciare questa improponibile e vergognosa sceneggiata all'autorità.
    Non riuscendosi a sfogare fisicamente l'infermiere quindi  ha avviato una serie di insulti e minacce contro
    Sebastiano pronunciando tra il resto, una espressione tipicamente malavitosa:” MAA SUCHI”, che in italiano corrente significa semplicemente: “ Non mi preoccupo,  sono immune”; e un inquietante “Stai attento, non sai chi sono io”
    Gli abbiamo anche fatto notare che S. è  cardiopatico al terzo infarto ma cio'  non è servito certamente a calmarlo.
    Dopo la chiamata ai Carabinieri, la situazione si è calmata.
    Verso le 23:00 M. chiede alle infermiere di turno di  sapere il cognome di questo Rosario al fine di poter redigere una denuncia completa, ma come risposta, ottiene solo “Non lo so”;” Io non le dico niente”; “Lei ha già parlato con i Carabinieri, che cosa vuole ancora?”
    Dopo circa 20 minuti giungono di nuovo i gendarmi, ben due pattuglie, e non si capisce proprio perchè. Si decide che noi dobbiamo andarcene e quindi, anche se a malincuore e senza capirne il motivo, acconsentiamo.
    Il giorno dopo la nostra congiunta è finalmente trasferita al reparto medicina, dove viene sottoposta a diversi esami, ma ancora non si comprende che cosa l'abbia portata in stato comatoso. Da notare che la caposala del reparto traumatologia, davanti all'evidenza e contradicendo persino il medico internista, persisteva nella convinzione che C. F. non fosse per nulla in coma!
    Perchè dal giorno del coma nessuno si è preoccupato di portare C. F. ad effettuare delle analisi piu' specifiche, tipo Tac o elettroencefalogramma? Perchè attendere che la situazione degenerasse?
    Il  23 maggio 2007 alle ore 6:30, C. F. è spirata e ancora non sappiamo perchè, neppure il medico del reparto di medicina ha saputo dirci qualcosa, se non che in effetti quello di traumatologia non si fosse comportato benissimo.
    Abbiamo richiesto che la nostra parente venga sottoposta ad autopsia.
    Non si puo' entrare in ospedale per una frattura femorale e dopo un mese uscirne morti.
    Qualcos'altro dev'essere accaduto, pertanto chiediamo l'apertura di una inchiesta al fine di indagare su quanto sopra descritto.
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  • Questo blog ha lo scopo di riportare tutti i casi di malasanità italiana. A volte puo' capitare che alcune morti non siano evitabili, i medici sono uomini non degli Dei e il potere di Dio è in mano solo a Lui, il Supremo Assoluto.

    Capita pero' troppo spesso che l'incompetenza di alcuni operatori sia davvero palese, e succede che alcuni decessi inspiegabili  non siano sempre denunciati. Vuoi per una sorta di timore reverenziale, vuoi perchè gli avvocati costano, vuoi per ignoranza dei parenti che preferiscono lasciar perdere anche per quieto vivere.

    E' ora che qualcuno cominci a riportare dettagliatamente tutti i casi di trapassi anomali accaduti nel nostro "Bel Paese".

    Siate i benvenuti, voi vittime di questi macellai plurilaureati. Potete riportare le vostre esperienze inviandole a questo indirizzo email:

     ospedalemattatoio@gmail.com


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